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IL SANTUARIO E LE SUE CORTI

Cenni Storici

Il Santuario ebbe origine da un grandioso progetto, denominato "Novella Gerusalemme o sia Palestina del Piemonte, detta di San Carlo a Graglia", di don Nicolao Velotti, vercellese, nominato parroco di Graglia nel 1615, che prevedeva la realizzazione di un Sacro Monte, comprendente 100 cappelle, tra il paese di Graglia (m 600) ed il Colle San Carlo (m 1020). Si trattava di un progetto missionario di evangelizzazione visiva, che avrebbe dovuto far conoscere e ricordare al pellegrino le principali veritá della Rivelazione Cristiana, attraverso la rappresentazione, tramite scene realizzate con gruppi statuari, degli episodi salienti della nostra Fede: dalla creazione, alle varie fasi della vita di Gesú, fino alla gloria di Dio e dei Beati in Cielo.
I lavori iniziarono nel 1616 con la costruzione sul colle della Chiesa di San Carlo (che rimarrá incompiuta e molto ridimensionata rispetto al progetto iniziale) e di alcune cappelle dedicate alla Passione ed alla morte di Cristo; nel 1617, ad 800 m di altitudine, dove oggi sorge il Santuario, venne edificata una Cappella dell'Annunciazione, costruita sulle misure della Santa Casa di Nazaret, venerata nel Santuario di Loreto, in cui, oltre alle statue di terracotta dell'Angelo Gabriele e di Maria, venne posta una statua in legno di pioppo della Madonna Lauretana, fatta scolpire a Torino nel 1620. Intorno a questa statua si sviluppó subito un'intensa devozione mariana, che portava molti pellegrini alla cappella. Negli anni successivi sorsero altre cappelle, arredate con statue di terracotta policroma e dedicate alla nascita di Gesú, all'Adorazione dei Magi, alla presentazione di Gesú al Tempio, alla Circoncisione, alla strage degli Innocenti (quest'ultima non piú esistente). La morte di don Velotti nel 1626, segnó una battuta di arresto dei lavori. Il successore don Garrono, infatti, per evitare, soprattutto in inverno, la lunga marcia dei pellegrini per raggiungere il colle S.Carlo, fece costruire, alle porte di Graglia, un oratorio dedicato alla Madonna della Neve, con annessa abitazione per i sacerdoti che dimoravano a S.Carlo; tale costruzione non prevista dal progetto del Sacro Monte, venne in seguito annessa ad esso e diede vita al Santuario della Madonna di Campra, ancora oggi molto frequentato, soprattutto in occasione della festa del 5 agosto.
Un altro successore di don Velotti e don Garrono, don Agostino Dal Pozzo, venendo a mancare i mezzi necessari alla prosecuzione del progetto originario, scelse come centro di devozione la Cappella della Santa Casa di Nazaret. Furono le numerose grazie e miracoli (per lo piú guarigioni, citate da don Dal Pozzo nel suo "Ragguaglio" e presentate all'esame dell'autoritá ecclesiastica) ottenuti dai fedeli pregando davanti all'immagine taumaturgica, a sviluppare una forte devozione popolare, per cui don Agostino pensó di inserire detta Cappella al centro di un maestoso Santuario. Finanziatore del progetto fu il Duca Carlo Emanuele II di Savoia, che incaricó l'Ing. Pietro Arduzzi (giá Capitano militare di Casa Savoia) di disegnare il complesso del Santuario. Egli progettó, intorno alla Santa Casa, la Chiesa, con pianta a croce greca e vi pose, a coronamento, una grandiosa cupola con cupolino. La Chiesa era completata , ai due lati, dagli edifici da adibire ad ospizio per i pellegrini ed ad abitazione del clero. La prima pietra del Santuario fu posta , con una solenne cerimonia, nel 1659. Per diverse cause, guerre, epidemie, mancanza di mezzi economici ed altre vicissitudini, i lavori procedettero lentamente e la Chiesa fu terminata solo nella seconda metá del 1700, soprattutto per merito di don Carlo Giuseppe Gastaldi, che profuse nell'opera ogni sua energia e che per questo fu definito il secondo fondatore del Santuario.
Successivamente alla Cappella dedicata alla Madonna Lauretana fu data nuova allocazione, a sinistra dell'altare maggiore. Unica statua rimasta intatta nel tempo, quella lignea del 1620 raffigurante appunto la Madonna con Bambino. Quindi furono progettati e costruiti l'altare e l'ancona (seconda meta del sec. XVIII)con teca in vetro che ancora oggi ospita l'antica statua oggetto di profonda devozione. Nella parete di fronte ad essa é presente una tela settecentesca raffigurante l'Immacolata attorniata da angeli. Negli anni successivi il complesso subí numerosi lavori di ampliamento e restauro. Agli inizi del 1800, durante il periodo napoleonico, il complesso del Santuario fu utilizzato come sede di un collegio imperiale.

La Basilica

Edificio con pianta a croce greca, lunga 42 m, larga 32 m, sormontato da una bella cupola ottagonale, alta 38 m, decorata nel 1870 da Fabrizio Galliari (di Andorno Micca), che vi dipinse un finto cupolino. La tela dell'altare maggiore (pittore Giovanni Battista Grassi 1733) raffigura la Santa Casa trasportata dagli angeli, sormontata dalla Madonna col Bambino; in basso San Carlo Borromeo ed il Beato Amedeo di Savoia. Detto altare è in marmo policromo ed è opera del maestro Catella di Lugano, su disegno dell'arch. gragliese Eusebio Perratone (tra il 1826 e 27). Sempre del Perratone il disegno dell'ancona in legno dorato e delle statue in stucco (rispettivamente eseguite da Antonio Cattaneo e P.Cremona tra il 1828 e 29). A fianco dell'altare maggiore, a sinistra è presenta un'altra tela raffigurante la SS. Trinità e la Sacra Famiglia eseguita nel 1742 dal pittore torinese Michele Antonio Miloco. Sempre a sinistra dell'altare maggiore si accede alla Cappella che ospita la Madonna Lauretana e sopra la porta di accesso è presente una bella tela ex voto, si presume di Gio.Domenico Saa (tra il 1717 e il 20), a titolo "Processione al Santuario della comunità di Graglia a ringraziamento della scampata peste" Le tele degli altari laterali, opera del pittore bergamasco Piccinardi raffigurano: a sinistra "il transito di S. Giuseppe" assistito da Gesù e dalla Madonna; a destra: S. Gerolamo (che visse a Betlemme ed ivi tradusse la Bibbia dall'aramaico al latino) e S.Paola. Molto bello il Crocefisso ligneo scolpito nella prima meta' del 1700 dallo scultore ed intagliatore ticinese Carlo Giuseppe Plura. Il maestoso organo posto sopra l'ingresso della Basilica, è tutt'ora funzionante ed è opera del maestro organario Felice Bossi (1837). La cassa scolpita dal "minusiere" gragliese Bernardino Rama e gli ornati del frontale dal "minusiere" gragliese Carlo Giuseppe Garzena. Nel 1837 sempre Bernardino Rama realizzò i 4 confessionali. Il pulpito invece fu realizzato nel 1833 da Lorenzo Vigliani su disegno dell'arch. Gaspare Maggia di Biella.

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